Simili a parentesi infinite
questi frammenti temporali
che le fissità cullano
sono resti celati nell’abisso,
l’impossibile del fare sottolineano
è il farsi musicale dei soffi,
impalpabili battiti,
intermedi, intermezzi,
sono maree con i vari tocchi e
lasciano pesi di ostriche oscure,
sono un’eco di vuoti
occhi di soli, lenti sviamenti.