Cosa ammalia il tuo vagare?

 

La purezza del candido velo

 

forse floridi arcani serba,

 

nella selva il ricco vagabondare

 

dolce ti ammaestra,

 

e forse

 

quella scia di portamento

 

cela il vero amare.

Affascinante e conturbante sono gli aggettivi che meglio connotano “Allegoria con Venere e Cupido” dipinta dal Bronzino con colori ad olio nel 1540 ed acquisita nel 1860 dalla National Gallery, Londra.

 

Immagine erotica e sensuale che ha come soggetto Venere e Cupido: la donna si identifica nella dea dell’amore e della bellezza identificata come tale dal pomo dorato che Paride la avrebbe donato, dalle colombe e dalle due maschere ai suoi piedi; il Dio dell’amore rappresentato con la faretra, viene capziosamente derubato della sua freccia.

 

La scena principale simboleggia l’abbraccio sensuale dei due amanti colti in un atto che potrebbe risultare osceno, in quanto viene curato maliziosamente in ogni dettaglio. L’effusione è presieduta dal Piacere: il fanciullo che indossa un bracciale moresco alla caviglia e getta, verso la coppia, petali di rosa.  Emerge inoltre il grazioso volto della Frode che con una mano offre un favo e con l’altra cela il pungiglione, parte terminante del suo mostruoso corpo.

 

 

 

P.s Cari lettori, vorrei proprio sapere se date maggiore valenza alla tesi che sposa l’espressione erotica o quella che esalta la bellezza femminile!

 

 

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